Detenuto in attesa di giudizio (Detenuto in attesa di giudizio) Italia 1971
Regia: Nanni Loy
Con: Alberto Sordi, Elga Andersen, Andrea Aureli, Antonio Casagrande
Il geometra Giuseppe Di Noi, da anni trasferitosi in Svezia dove si è creato una famiglia con una donna svedese ed è diventato uno stimato professionista, decide di portare in vacanza in Italia la sua famiglia.
Ma alla frontiera italiana viene fermato e arrestato senza che gli venga data alcuna spiegazione. Convinto che l'equivoco verrà presto chiarito, il malcapitato viene condotto in carcere di isolamento, finendo poi in una autentica via crucis giudiziaria, costellata di trattamenti umilianti e spersonalizzanti
Il geometra Giuseppe Di Noi, da anni trasferitosi in Svezia dove si è creato una famiglia con una donna svedese ed è diventato uno stimato professionista, decide di portare in vacanza in Italia la sua famiglia.
Ma alla frontiera italiana viene fermato e arrestato senza che gli venga data alcuna spiegazione.
Il mio primo impatto è stato quello di associare immediatamente la pellicola ad uno dei miei autori preferiti del 900, Franz Kafka ed in effetti la trama e il modo in cui è sviluppata ricorda l'opera " Il Processo" in cui il protagonista Joseph K. una mattina viene svegliato da due funzionari di polizia e gli viene comunicato che subirà un processo senza però aggiungere il perchè e qualsiasi altro dettaglio; da quel momento K farà di tutto per scoprire il perchè e questa ricerca si farà sempre più difficile.
Dopo questo breve ma doveroso preambolo quindi il film di Nanni Loy ripercorre questa tematica in cui Giuseppe Di Noi viene tratto in arresto senza sapere il perchè e la ricerca della verità sarà lunga e molto difficile.
Dal momento in cui viene portato via alla frontiera comincia un girotondo di carceri, Regina Coeli,Salerno, sbattuto di quà e di là come una bestia, come un pesce fuor d'acqua, parafrasi della sua situazione e condizione psicologica in cui si trova.
Giuseppe è sempre estremamente educato, gentile, si rivolge sempre ai secondini dandogli del lei, tanto da stupirli del comportamento tenuto e portandoli a pensare che sicuramente non è una persona abituata a certi posti.
Giuseppe cerca sempre di poter sapere il perchè è stato arrestato, come e cosa può fare, ma le lungaggini burocratiche miste al menefreghismo gli impediscono di sbloccare l'annosa situazione.
Contemporaneamente la moglie di Giuseppe che si è vista portare via il marito alla frontiera senza spiegazioni fa di tutto per cercarlo, dato che veniva spostato da un carcere all'altro molto velocemente, dotata di una costanza ammirevole fa di tutto per riprendersi suo marito.
Dopo mille angherie e vessazioni subite Giuseppe riesce a scoprire il motivo della sua incarcerazione, motivo che ovviamente lui non riconosce come suo non avendo niente di male.
I cambi di carcere si susseguono vorticosamente, la storia si dipana tristemente fino ad un "lieto" fine ? ( vedere per credere ).
Ruolo drammatico per Alberto Sordi, che esce per un momento dalla sua classica interpretazione macchiettistica per regalarci una superba prova drammatica; diretto da Nanni Loy , questo film del 1971 è una cinica e spietata denuncia sulle lungaggini burocratiche e le condizioni carcerarie del tempo, dove una persona innocente, per colpa di giochi di potere, errori e menefreghismo, rimane in carcere senza aver fatto nulle e, cosa ancor più grave, senza poter manifestare i suoi diritti di cittadino libero.
Giuseppe arriva ad umiliarsi pur di mantenere il proprio orgoglio e la propria dignità, come quando mangia il baccalà nella brodaglia putrida davanti al secondino che lo guarda; secondino che stritolato anch'esso nella logica malsana del carcere vede in Giuseppe un tentativo di rivalsa nei suoi confronti e nella sua situazione quasi a pari livello; rivalsa che si palesa quando Giuseppe dovendo andare in bagno ed essendo chiuso in cella chiama il secondino chiedendo dove poteva farla e apostrofandolo proprio come secondino si sente rispondere " Secondino una ceppa di cazzo, SUPERIORE!.
L'odissea di Giuseppe quindi porta a riflettere sull'annientamento fisico e psicologico di una persona, in questo caso innocente, che si trova improvvisamente a dover subire una situazione troppo pesante per essere poi dimenticata facilmente, come si vedrà poi nel finale, e qui ritorno al punto di domanda posto all'inizio.
E' possibile dimenticare tante e tali soprusi o rimarranno per sempre modificando i comportamenti e la vita vissuta fino a quel momento ?
I segni rimarranno sicuramente.
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Media 9.2 su 6 voti totali.
Voti
Torrance : 9.0 - Uno parentesi drammatica nella carriera artistica di Sordi resa in maniera davvero sontuosa
Quarry : 9.0 - Un film angosciante, sempre attuale.
Giapo : 9.0 - storia alluncinante, grandissimo Sordi
lorbull : 9.0 - La scena finale è indimenticabile!
Actarus : 9.5 - Storia molto attuale, da brividi. Sordi fantastico, grandiosa interpretazione.
Debby80 : 10.0 - Lo consiglio.