L'angelo sterminatore (El angel exterminador) MEX 1962
Regia: Luis Buñuel
Con: Silvia Pinal, Jacqueline Andere, Josè Baviera, Augusto Benedico
Dopo un concerto, un gruppo dell'alta borghesia messicana si riunisce in un salone ma non può più uscirne, bloccato da una forza misteriosa. E nessuno può entrare.
Venti altolocati borghesi, dopo una serata passata a vedere una rappresentazione teatrale, vengono invitati da uno di loro a chiudere la serata nella sua casa, per passare una notte in compagnia cenando, bevendo e ascoltando buona musica.
Poco prima di iniziare la cena, tutta la servitù, chi per un motivo chi per un altro abbandona velocemente e stranamente la casa, lasciando di stucco la padrona di casa e il capo della servitù, l'unico di loro rimasto.
La cena inizia, tutto va a gonfie vele; un'invitata si siede al pianoforte, si suona si beve e si giunge a fine serata, quando tutti decidono di lasciare la casa.
Nel momento in cui salutano e si avviano alla porta, inspiegabilmente non riescono a varcare la soglia, con uno stato di massima serenità però: chi si accorge di aver dimenticato qualcosa, chi vuole finire un discorso, quasi ad aver inconsciamente paura e al tempo stesso non poterla varcare non per loro volontà.
Da quel momento i venti invitati sono costretti a convivere forzatamente nella stessa stanza non potendo, assurdamente, lasciare la stanza nonostante non ci sia nulla di tangibile a fermarli.
La convivenza forzata, si sà, per lunghi tempi porta l'essere umano a regredire allo stato animale; ansie, paure, angoscie vengono riflesse e amplificate all'ennesima potenza sul gruppo che tende a cercare ognuno il proprio spazio vitale senza riuscirci.
Vengono meno quindi le regole del saper vivere insieme: rispetto per le donne, educazione, l'etichetta viene abbandonata per far spazio agli istinti primordiali dell'essere umano.
Qualcuno non riesce a sopportare il peso della situazione angosciante e decide di farla finita, altri pregano, altri sono pervasi da un senso di odio nei confronti dei propri compagni e tutto ciò rende la situazione sempre più insostenibile.
Il tempo passa inesorabile, senza essere scandito giorno per giorno, ma lentamente incalza fino a quando un'invitata, riesce a ricreare la situazione perfetta per poter finalmente sbrogliare questa misteriosa situazione e permettere agl'altolocati coinquilini di poter uscire e venire soccorsi.
Tempo dopo durante la celebrazione di una messa, alla sua fine il prete annuncia che la veglia è finita e che i fedeli posso andare in pace, ma succede qualcosa....
Film del 1962 di Luis Bunuel dalla potenzialità enorme; riesce ad infondere nello spettatore uno stato di mistero, angoscia, ansia e curiosità per tutti gli 85 minuti circa di durata, senza far rimpiangere effetti speciali da paura o finezze ed eleganze estetiche particolari.
Il tutto viene gestito dai venti borghesi " rinchiusi " in questo salone, dove il carattere e l'impulsività umana la fanno da padrone e analizzano perfettamente e in tutte le sfaccettature possibili la psiche mista ad un pizzico di soprannaturalità mai ben definita; non si sa perchè siano rimasti rinchiusi lì, non si chi sia o cosa sia colui che regge e muove le fila di questi esseri umani paragonabili a delle marionette nelle mani del fato misterioso e crudele.
Il tempo non è importante, non viene mai definito esattamente, ma è comunque usato come "sottofondo" nel sottolineare la vicenda che passa e la lucidità mantenuta da pochissime persone nell'affrontre le vicende.
L'elemento ricorrente è la sopravvivenza incarnata in un gregge di pecore che forniscono prima sostentamento utile a sopravvivere e poi mezzo di prosecuzione nella narrativa del film.
Indice VOL
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Voti
Torrance : 8.5 - Un'analisi attenta sulla psiche e sul comportamento umano al cospetto di un qualcosa di intangibile
Giapo : 9.5 - l'irrazionale bestialità umana costretta dalle convenzioni sociali: inquietante, geniale!!!
sixxola : 8.0 - Inquietante e sconvolgente!