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Peer to peer, file sharing e diritti d'autore (copyright)
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Godfather
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MessaggioInviato: Gio 01 Apr, 2010 11.36    Oggetto:  

RapidShare contro i pirati?
Il portale di hosting sembrerebbe aver cambiato rotta

Secondo rumors dalla Rete, il portale di hosting RapidShare avrebbe deciso di cambiare rotta nei confronti del rispetto del copyright. Le indiscrezioni parlano infatti di cancellazioni degli account degli iscritti con ampio traffico di contenuti protetti (anche di quelli che hanno pagato una formula di abbonamento premium), sia degli sharer che dei downloader. Le ragioni deriverebbero dalla volontà di operare un maggiore controllo verso i file illegali uploadati e scaricati. Gli amministratori del portale avrebbero inoltre contattato gli sharer più attivi, informandoli che loro dati, compresi gli indirizzi IP, verranno archiviat per questioni di carattere legale.
Sembra strano al mondo degli internauti (e dei pirati) questo improvviso cambio di rotta da parte di RapidShare, che ha finora ospitato un traffico di milioni di utenti in tutto il mondo, fino a 3 milioni attivi contemporaneamente.




Pirateria, sei denunce per violazione di copyright
Rintracciati i sei responsabili del sito torrent Colombo-bt.org, già chiuso nel 2008.

La Guardia di Finanza di Bergamo, coadiuvata dalla Federazione contro la pirateria musicale, ha portato a termine l’Operazione Colombo (che ha toccato Lombardia, Emilia Romagna, Molise, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lazio); la stessa che nel 2008 aveva portato al sequestro del sito www.colombo-bt.org, portale pirata all’epoca tra i più diffusi in Italia, gestito da server installati in una società di hosting della Repubblica Ceca. Alla conclusione delle indagini è seguita la denuncia di sei persone, che tra gennaio 2007 e luglio 2008 - attraverso Colombo-bt.org - avevano “raccolto” 400mila utenze registrate, con circa 800mila accessi mensili, e un traffico di download con oltre 36mila link a file torrent e 580 milioni (di cui 450 mln di contenuti musicali) di file scaricati.
Gli agenti sono risaliti ai nomi dei sei denunciati ricostruendo le tracce lasciate dalle donazioni degli utenti al sito, avvenute attraverso canali di pagamento internazionali on-line. Questi canali, insieme a un conto corrente postale e alla registrazione stessa del dominio del portale, erano intestati ad un nominativo di fantasia, fornito da un prestanome compiacente attraverso documenti falsi. Una volta ricostruita l’identità del prestanome, residente a Rimini, l’indagine è arrivata ai nominativi degli amministratori del sito (di Rimini e Campobasso); dall’esame dei loro computer, infine, gli agenti hanno individuato altre tre persone coinvolte (residenti a Roma, Conegliano Veneto e in Germania).




fonte: e-duesse



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MessaggioInviato: Sab 10 Apr, 2010 6.22    Oggetto:  

I governi europei seguono il modello francese Unsure


La Gran Bretagna approva la sua legge antipirateria
I provider saranno responsabili per i trasgressori. Multe fino a 250 mila sterline

Dopo numerose polemiche (vedi http://www.e-duesse.it/News/Home-video/Parlamento-Uk-a-muso-duro-contro-i-provider-85948), e in attesa delle elezioni il prossimo 6 maggio, i membri del Parlamento inglese hanno approvato il Digital Economy Bill, promosso dal Business Secretary Peter Mandelson, seppure in una versione più attenuata rispetto all’originale. La nuova legge prevede che l’ente regolatore Ofcom sia investito del potere di bloccare i siti Web sospettati di pirateria e di imporre multe fino a 250 mila sterline (380 mila dollari) contro i provider che falliscono nel tentativo di bloccare gli utenti pirata recidivi. Gli ISP potranno sospendere gli account dei trasgressori mentre i detentori di copyright potranno accedere a nomi e indirizzi dei recidivi e adire le vie legali contro di essi. Tra i primi commenti positivi si segnalano quelli di Fimi e di Ifpi. «Gli sviluppi normativi in Francia e Regno Unito dimostrano che gli Stati con un'economia digitale avanzata stanno affrontando seriamente la questione della tutela dei contenuti in rete», ha commentato Enzo Mazza, Presidente di Fimi. «Si tratta di norme che, adottate in Italia, insieme al già efficace quadro normativo esistente, ma scarsamente applicato, potrebbero fornire un scudo efficace contro la contraffazione digitale. Questo consentirebbe alla produzione creativa italiana di svilupparsi, purtroppo però il nostro Paese, già indietro nella diffusione della banda larga e delle tecnologie per la diffusione dei contenuti on-line, senza dotarsi di misure urgenti, rischia di rimanere ai margini dell'Europa e leader incontrastato dalla pirateria, unica area dove l'Italia eccelle». Gli fa eco John Kennedy, presidente di Ifpi: «Il passaggio della nuova legge del Regno Unito crea slancio per un approccio simile verso altri paesi nella lotta contro la pirateria. I governi sempre più coinvolti in un'economia digitale devono capire che in tale contesto le industrie creative come la musica, i film, i libri e giochi, possono guidare la crescita ed incidere fortemente anche in molti equilibri socio economici, come nell'ambito dell'occupazione, attraverso l'adozioni di leggi innovative ed attività di repressione del fenomeno della pirateria in collaborazione con gli ISP».



Invece in Italia:


Pirateria, il ministro Maroni provoca ancora
Mentre all’estero le Istituzioni combattono concretamente il fenomeno...

In Francia e in Uk, ma anche in Svezia e in Spagna le Istituzioni si sono da tempo impegnate e concretamente contro la pirateria. Arrivando a formulare provvedimenti e misure severe. In Italia la situazione come sappiamo è diametralmente opposta. Lo dimostra ad esempio (ancora una volta) il ministro degli Interni Roberto Maroni che confessa candidamente la sua passione per la musica da scaricarsi gratuitamente da Internet. Lo aveva già fatto alcuni anni fa ma, evidentemente, non si è minimamente pentito al punto che in un’intervista rilasciata al settimanale Panorama (e ripresa da diversi organi di stampa) Maroni critica anche la legge francese non considerandola “la via giusta”. Peccato che il ministro non ci illumini su quale sia la sua proposta concreta per combattere un fenomeno illegale che da tempo sta alla base di gravissime perdite di lavoro, soprattutto nel nostro Paese. Il tutto mentre anche in Uk viene approvato il Digital Economy Act che prevede provvedimenti severi anche per gli Internet Service Provider.

fonte: e-duesse

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MessaggioInviato: Lun 19 Apr, 2010 7.31    Oggetto:  

Alla politica italiana piace il file sharing
Lettera bipartisan al ministro Maroni “per chiedere la legalizzazione degli usi non commerciali del file sharing”

Altro brutto, bruttissimo capitolo nel libro dei rapporti tra politica italiana e pirateria digitale. Il ministro Roberto Maroni, che si è reso protagonista di dichiarazioni pesantemente favorevoli al file sharing, sembra essere diventato il paladino della libertà in Rete e ha infatti ricevuto una lettera aperta, firmata da parlamentari di entrambi gli schieramenti, per chiedere di sostenere la legalizzazione degli usi non commerciali del file sharing. Tra i firmatari Marco Beltrandi (Radicali), Roberto Cassinelli (Pdl) e Vincenzo Vita (Pd), ma anche da giornalisti come Alessandro Gilioli e Vittorio Zambardino, accademici come Juan Carlos De Martin e Marco Ricolfi e associazioni, come quella radicale Agorà Digitale e il Movimento ScambioEtico. Nella lettera si invita il ministro a “chiedere l’abolizione della legge Urbani nella parte in cui criminalizza il file sharing sanzionandolo penalmente”.
Per la cronaca la legge Urbani è considerata all’estero un modello tra i più efficaci (ovviamente se applicata) per combattere la pirateria su Web. Una delle pochissime cose giuste fatte dalla politica in questi anni, insomma...

fonte: e-duesse

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MessaggioInviato: Lun 19 Apr, 2010 8.39    Oggetto:  

Citazione:
...legalizzazione degli usi non commerciali del file sharing


= tassa a carico di tutti gli abbonamenti internet, a mò di bollino Siae Mad
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Godfather
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MessaggioInviato: Gio 22 Apr, 2010 6.25    Oggetto:  

Godfather ha scritto:
Pirateria, causa a Telecom
13/01/2010 11:52
L’azienda sotto accusa per riproduzione peer to peer
Il tribunale civile, sezione Proprietà industriale, di Roma dovrà decidere venerdì se accogliere il ricorso d’urgenza di Fapav (Federazione antipirateria audiovisiva) e Siae (Società italiana degli autori ed editori) contro Telecom Italia.
Sotto accusa la violazione dei diritti d’autore tramite la riproduzione peer to peer di film di recente uscita al cinema, scaricati attraverso siti di condivisione.
Il giudice dovrà stabilire se: intimare a Telecom di comunicare alle autorità giudiziarie i nomi dei trasgressori; oscurare i siti di scambio; avvisare i potenziali trasgressori che la pirateria è reato; fissare una penale di 10mila euro al giorno per il ritardo nell’ottemperanza di queste misure.
Telecom risponde opponendosi su tutti i fronti: non legittimazione ad agire per Fapav; illecite intrusioni nelle linee telefoniche per monitorare il traffico dei clienti; e, richiamando la direttiva 2002/22/CE, non obbligatorietà da parte dei fornitori di controllare i flussi dei propri clienti né intentare azioni legali contro questi nè essere responsabili di tali informazioni.

Ricorso contro Telecom, comunicato Fapav
15/01/2010 16:38
“Di fronte a una attività che costituisce reato la disciplina dei dati personali deve fare un passo indietro”
Fapav ha emesso un comunicato al fine di chiarire i contenuti del ricorso contro Telecom. “Fapav”, si legge nella nota, “ha da tempo chiesto a Telecom di intervenire per bloccare l’accesso ai siti dove semplicemente e direttamente vengono messe a disposizione pellicole appena uscite nelle sale o addirittura non ancora uscite (come Avatar). Non si tratta di peer-to-peer (e dunque di 'scambio' fra singoli) ma di siti organizzati su base commerciale che lucrano da una attività pacificamente illecita in tutta Europa e negli Stati Uniti. Lascia francamente stupiti che Telecom - attraverso le cui reti si realizza circa i due terzi di questo tipo di downloading illegale - si trinceri dietro la tutela della privacy degli utenti. Di fronte a una attività che costituisce palesemente un reato la disciplina dei dati personali deve fare un passo indietro. Forse Telecom chiude gli occhi quando si verificano i numerosi casi di truffa telefonica a suo danno? Peraltro i dati - impressionanti per la loro dimensione - della pirateria (film appena usciti nelle sale e la cui riproduzione è dunque sicuramente illecita) forniti da Fapav al Tribunale di Roma sono stati ottenuti senza alcuna violazione della normativa sulla privacy: il sistema di verifica individua solo i primi tre gruppi di cifre dell'indirizzo IP (che corrispondono alla rete di accesso) e ignora del tutto gli altri numeri che, in ipotesi, potrebbero condurre a un utente persona fisica. Ci permettiamo di ricordare che sia la Corte di Giustizia delle Comunità Europee nella sua decisione del febbraio 2009 nel caso LSG/Tele2 che la Corte di Cassazione nella sentenza del 23 dicembre hanno affermato l'obbligo degli intermediari di vigilare affinchè attraverso la loro Rete non vengano commessi illeciti.(...) Fapav ha da sempre auspicato un’intesa fra i soggetti interessati, senza la quale sarà inevitabile una soluzione legislativa "alla francese", ora seguita da altri paesi europei e convalidata dalla recentissima Direttiva 136/09 pubblicata il 19 dicembre”.

Il 7 febbraio il pronunciamento sul ricorso Fapav-Telecom
Una decisione molto delicata in tema antipirateria
01/02/2010 15:44
E’ fissato per il prossimo 7 febbraio il pronunciamento del Tribunale di Roma in merito al ricorso di Fapav contro Telecom. Ricordiamo che la federazione anti pirateria aveva fornito al Tribunale di Roma dei dati riguardanti il traffico di materiale coperto da diritto d’autore circolante sulle reti del gestore (attraverso numerosi siti torrent e streaming come Angelmule, 1337x, Dduniverse, Italiafilm, Italianshare, Italianstreaming, Ilcorsaronero ItalianSubs, Vedogratis e Youandus). Dati che, come precisato da Fapav, “sono stati ottenuti senza alcuna violazione della normativa sulla privacy: il sistema di verifica individua solo i primi tre gruppi di cifre dell'indirizzo IP (che corrispondono alla rete di accesso) e ignora del tutto gli altri numeri che, in ipotesi, potrebbero condurre a un utente persona fisica”.
Se le richieste di Fapav dovessero essere accolte la compagnia telefonica dovrebbe impegnarsi a individuare gli utenti colti a scambiare materiale protetto da copyright e a dissuaderli dal perseguire tale pratica.


fonte: e-duesse




Fapav-Telecom, il pronunciamento del Tribunale di Roma
Telecom dovrà informare l’autorità giudiziaria una volta accertati gli illeciti

Il Tribunale civile di Roma, sezione specializzata per la proprietà industriale e intellettuale (con ordinanza del 15 aprile) si è pronunciato rispetto all’istanza presentata in precedenza da Fapav. La federazione aveva presentato un ampio e dettagliato dossier per chiedere che Telecom disponesse il blocco dell'accesso ai siti usati per la riproduzione illecita di film coperti da diritto d’autore. Secondo quanto stabilito dal Tribunale Telecom Italia non ha l’obbligo di sospendere il servizio di accesso ai siti per essere stata informata di fatti che rendevano evidente l'illiceità dell'attività in corso, misura richiesta «solo al prestatore dei servizi di hosting, ossia di memorizzazione permanente di informazioni, consistente nella messa a disposizione di una parte delle risorse di spazio e di memoria digitale contenute all'interno di un server al fine di rendere visibile su internet materiale informativo del destinatario del servizio, mentre Telecom fornisce solamente il servizio di connessione». L'obbligo di cui fare carico a Telecom è informare senza esitazione l'autorità giudiziaria. Solo se nel corso delle attività di accertamento delle violazioni l’autorità giudiziaria chieda a Telecom informazioni ulteriori o la solleciti a interrompere il servizio di accesso ai siti implicati nelle violazioni, Telecom sarà tenuta a fornire dati o a eventualmente sospendere il servizio di accesso ai siti, e sarà ulteriormente responsabile verso i titolari dei diritti lesi in caso di mancata risposta a questi ordini. Telecom, quindi, dovrà comunicare alla Procura e al ministero delle Comunicazioni tutte le informazioni ricevute da Fapav e, in più, i dati in possesso di Telecom Italia, diversi dai dati identificativi dei destinatari del servizio, che possano eventualmente essere utili a integrare le notizie contenute nella diffida.

fonte: e-duesse

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Maggiordomo dei misprice
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MessaggioInviato: Gio 22 Apr, 2010 8.50    Oggetto:  

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THE BOZ MARKET RISES
I miei giudizi su film e serial si basano sempre e solo sulla visione in inglese, niente doppiaggio

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MessaggioInviato: Gio 13 Mag, 2010 15.09    Oggetto:  

Condannato LimeWire
Il Tribunale federale emette la sentenza dopo il ricorso della RIAA

Il giudice federale statunitense Kimba Wood, dopo il ricorso presentato dalla RIAA (nel 2006) ha emesso sentenza di condanna per Lime Group, la società che gestisce il servizio di file sharing. Lime Group, e il fondatore Mark Gorton sono stato giudicati colpevoli di violazione di copyright ai danni degli artisti e delle major discografiche. Il presidente della RIAA Mitch Bainwol ha commentato “LimeWire al contrario di altre piattaforme p2p che hanno stipulato contratti e licenze regolarizzando il proprio servizio ha continuato a infrangere la legge. Questa decisione è una pietra miliare nella lotta all’illegalità via Web”.

fonte: e-duesse

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MessaggioInviato: Mer 26 Mag, 2010 10.36    Oggetto:  

Pirate Bay di nuovo in Rete?
Secondo rumors dal Web i pirati avrebbero trovato nuovi server

Pirate Bay non è ancora tornata in Rete, ma da rumors nel Web sembra che la Baia riaprirà presto. Secondo uno schema collaudato il sito, infatti, chiude per poi tornare in Rete da lidi più sicuri. Le ultime sue tracce portano a un provider tedesco (CyberBunker); gli studios americani hanno sporto denuncia presso la Corte di Amburgo, ottenendo che la Baia fosse messa off-line. Secondo quanto notificato da TorrentFreak, però, il sito starebbe migrando ancora una volta verso nuovi server ancora ignoti per tornare presto a offrire i propri “servizi”. Ricordiamo intanto che l’accesso a The Pirate Bay è stata oscurata in Italia a seguito del pronunciamento del tribunale di Bergamo e che in Svezia i suoi quattro fondattori Peter Sunde, Gottfrid Svartholm Warg, Fredrik Neij e Carl Lundström sono già stati condannati e al momento in attesa di appello.




USA, la giustizia ferma il portale Torrent IsoHunt
Conclusa la vicenda giudiziaria tra le major e il sito p2p

Il motore di ricerca americano di p2p IsoHunt.com (tra i più utilizzati dai pirati statunitensi) dovrà rimuovere dai propri server i contenuti protetti da copyright, pena la chiusura del portale. Il sito avrà inoltre l’obbligo di filtrare i propri contenuti bloccando quelli che violino il diritto d’autore.
Con questa sentenza sembra concludersi la vicenda giudiziaria che ha visto gli studios hollywoodiani impegnati contro il fondatore e ceo del sito Gary Flung.
IsoHunt aveva già subito una condanna per incitazione alla violazione del diritto d'autore nel corso della fase pre-processuale. Fung - che nel frattenpo aveva provveduto a un restyling del sito con la proposta di una sua versione light - ha condotto la propria linea difensiva sottolineando similarità il servizio di indicizzazione di IsoHunt e quello di Google. Tentativi che non hanno però influenzato la giustizia americana. IsoHunt ha a disposizione 14 giorni dalla data della sentenza per adeguarsi. Differentemente potrebbe venire reso inaccessibile d'imperio dagli Internet Service Provider.




fonte: e-duesse



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MessaggioInviato: Lun 31 Mag, 2010 12.14    Oggetto:  

L’Irlanda taglia Internet ai pirati
Al via un test di tre mesi attraverso l’Isp Eircom

Il maggiore provider irlandese Eircom ha annunciato l’avvio di un test pilota per la disconnessione degli utenti che si macchiano di download illegali. Il server provider si adegua così alla decisione dell’Alta Corte, facendo dell’Irlanda il primo Paese in cui il taglio della connessione a Internet venga di fatto applicata (diversamente dalla Francia dove il “modello Sarkozy” è stato sì approvato ma non è ancora di fatto operativo). Eircom si è infatti impegnata a inviare ogni settimana i cosiddetti “warning” agli indirizzi IP di 50 downloader pirati segnalati dalla Irish Recorded Music Association (alla quale verranno forniti dalla società specializzata Dtecnet). La disconnessione di una settimana scatterà (come nel modello francese) al terzo avviso, mentre in caso di recidiva il taglio della Rete avrà la durata di un anno.
Attraverso questo test, che avrà una durata di tre mesi, la Irish Recorded Music Association prevede di “convertire” verso forme di download legali l’80% degli utenti raggiunti dal warning.

fonte: e-duesse

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MessaggioInviato: Mer 21 Lug, 2010 23.00    Oggetto:  

In Svezia il primo ISP pirata

Il Partito Pirata annuncia: in arrivo un provider dotato di funzionalità specificatamente ritagliate sulle esigenze dei bucanieri telematici. E chi proverà ad attaccarci, promettono, dovrà vedersela con la costituzione svedese
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MessaggioInviato: Ven 17 Set, 2010 17.09    Oggetto:  

HDCP, la key è giusta

Dopo un paio di giorni passati a indagare sull'autenticità della master key della protezione HDCP rilasciata online, Intel conferma che la chiave è reale e avrà effetti concreti sul mercato dell'elettronica di consumo. Nel contempo il chipmaker continua a considerare il sistema DRM una protezione valida e consiglia ai partner che ne fanno uso di adire le vie legali in caso di violazioni del copyright conclamate.
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MessaggioInviato: Lun 27 Set, 2010 5.56    Oggetto:  

Elezioni sanciscono debacle del Partito Pirata. La fine di un sogno?
Nonostante previsioni ottimistiche non raggiunge il quorum alla ultime politiche in Svezia

Era salito agli onori della cronaca durante le ultime elezioni europee, quando il Piratpartiet riuscì a raggiungere la soglia del 4% riuscendo addirittura a ricevere dei seggi in Parlamento.
Ma in nord europa la musica è cambiata ed il Partito dei Pirati crolla alle ultime elezioni in Svezia, lasciando il posto alla destra xenofoba di "Democrazia Svedese".
Sicuramente i pirati non riusciranno a superare l'1,5% delle preferenze, segnale chiaro che anche in Svezia, la gente tiene di più al tema dell'immigrazione piuttosto che a quello tanto caro ai 'bucanieri' svedesi della riforma del diritto d'autore e tutela della privacy. Il sogno è finito?
Si mette male anche per alcuni dei fondatori del Partito Pirata, dato che da oggi verrà a mancare, l'immunità parlamentare che ha protetto i server di The Pirate Bay e Wikileaks.

fonte

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MessaggioInviato: Gio 23 Dic, 2010 11.21    Oggetto:  

Avatar il film più piratato del 2010
Secondo la classifica dei download illegali di Torrent Freak

Un altro record da attribuire ad Avatar, questa volta certamente poco lusinghiero. Il kolossal di James Cameron è anche in testa alla classifica dei film più piratati dell’annata stando alle statistiche redatte dal sito Torrent Freak. Si parla di un totale di 16.580.000 download illegali per il film. Al secondo posto Kick-Ass scaricato 11.400.000 volte che precede poi Inception (9.720.000 volte), Shutter Island (9.490.000); Iron Man 2 (8.810.000); Clash of the Titans (8.040.000); Green Zone (7.730.000); Sherlock Holmes (7.160.000); The Hurt Locker (6.850.000) e Salt (6.700.000)..Nel 2009 il film più' scaricato e' stato Star Trek (11 milioni di volte).

fonte: e-duesse

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MessaggioInviato: Mar 25 Gen, 2011 10.15    Oggetto:  

The Music Bay, il nuovo incubo delle major?
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MessaggioInviato: Sab 29 Gen, 2011 8.15    Oggetto:  

LINK

Giovanni Veronesi dice che la pirateria la sogna anche di notte. «Ero con un gruppo di amici» racconta il regista toscano, «e nel sogno riconoscevo anche il ristorante che frequento a Roma: entra questo signore con in mano un mazzo di dvd di film piratati e tra i titoli riconosco il mio primo "Manuale d' amore". Lo compro per 5 euro e arrivato a casa lo inserisco nel lettore: che film, 4 episodi bellissimi, ma non era il mio film, si intitolava come il mio ma era molto più bello. La pirateria aveva migliorato il prodotto!». Un incubo? «Ma no, ero entusiasta, desideravo diventare quel regista. E poi il sogno contiene una morale». Qual è? «Che la pirateria lancia una sfida al mondo dell' arte. Spinge tutti noi a fare in modo che le opere abbiano un valore più alto, a prescindere dalla pirateria, ormai inevitabile visto il mondo parallelo della Rete, mentre il cinema e le sale fanno parte della storia. Nello scontro frontale tra queste due realtà, il mondo vecchio perderà: non accadrà subito, ma le sale scompariranno». Non si può fare nulla contro la pirateria? «Si sa come agiscono i pirati e sono noti i siti in cui caricano i film: se si volesse, si potrebbe porre fine alla pirateria. Ma la verità è che di fronte al record di Checco Zalone e al successo e alla qualità di film come "Il divo" e "Gomorra", la pirateria si riduce a fenomeno marginale».

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