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EggShen
Cambusiere
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Registrato: 22/09/06 14:44 Messaggi: 3923 Status: Offline
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Inviato: Gio 03 Apr, 2008 15.53 Oggetto:
Starship Troopers Subject description: di Robert Anson Heinlein, 1959 |
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Sapevo che l’omonimo film di Verhoeven era tratto da un classico della fantascienza. Sapevo pure che l’Autore di quel classico era un nome illustre del genere. Nonostante ciò, solo adesso son riuscito a leggere Starship Troopers, un po’ perché una nuova edizione tardava ad uscire, un po’ perché mi son lasciato sfuggire un paio di opportunità di prendere la prima comparsa in Italia (Fanteria dello spazio), un Urania d’annata tra i più conosciuti. Per inciso, a quella traduzione fa riferimento la nota che si legge in quarta pagina e riportata nella scheda sopra.
Heinlein, dunque, non lo conoscevo. Sapendo, però, dell’amicizia con Asimov e ricordando quasi a memoria il film, avevo già più o meno un’idea di cosa m’avrebbe aspettato leggendo questo romanzo. Sbagliato! Heinlein è autore molto diverso da Asimov; il film del regista olandese – che apprezzo comunque - restituisce solo in minima parte le idee e le sensazioni del libro. Non posso dire d’avere alle spalle tante letture fantascientifiche: perlopiù ho letto romanzi e racconti arcinoti di autori considerati “maggiori”. In genere si riconoscono caratteri ricorrenti, ma questo libro ha un tono che suona subito diverso.
Il linguaggio e i temi toccati dal racconto tradiscono costantemente i trascorsi da ufficiale dello Scrittore. Frequenti sono le critiche all’ordinamento degli eserciti del XX secolo - Per inciso, questo aspetto l’ho riconosciuto pure nel film Uomini sulla Luna, da un altro romanzo di Heinlein, che ne ha curato anche la sceneggiatura - Nel complesso si prospetta (o forse si auspica) una società nella quale il militare, definito tale perché possiede precise doti morali, è l’unico ad incarnare l’individuo che ha a cuore disinteressatamente il destino della sua società. Quest’idea è molto sviluppata nel libro, mentre nel film è accennata, anzi, dal commento di Verhoeven (SE italiana Touchstone HV) credo proprio sia stata accantonata in larga misura. Il regista, rispondendo a chi l’accusava d’aver compiuto un’opera di propaganda fascista, afferma che, al contrario, l’intento del film era proprio quella di ridicolizzare certi regimi. Poi lo sceneggiatore non si mostra tanto in linea con questa interpretazione netta e forse il motivo è proprio il fatto che l’opera di Heinlein, anche se inizialmente può ispirare certuni ricordi, ben presto devia decisamente per dare una visione del mondo, forse non condivisibile, ma originale. Subito, ad esempio, molto spazio viene dedicato alla tuta in dotazione alla Fanteria Mobile, strumento che diviene quasi un personaggio e che ha la capacità di potenziare le capacità fisiche umane. Questo è l’unico elemento fantascientifico al quale vengono dedicate molte righe: poco ci si sofferma, invece, su viaggi spaziali, astronavi interstellari, mondi futuristici... Ecco, ricordo che, letta una delle iniziali divagazioni su quest’oggetto, m’è venuto d’associarlo all’idea di uomo meccanico ipotizzato dal futurismo, movimento che, in effetti, spesso viene accostato al Fascismo. E guarda caso, è dalla macchina da presa di Verhoeven che ha preso vita Robocop... ma non voglio spingere oltre considerazioni derivanti da un personale piacere a cercare (deliranti?) collegamenti trasversali.
Tornando alla visione propagandata nel testo, a tratti sembra davvero una sorta di manifesto di qualche rivoluzionaria impostazione sociale. Si descrive un mondo pacifico, con una morale assoluta e matematica, con tanto di dimostrazioni. E questo rende le cose davvero più semplici, perché se la morale è univoca, non è difficile definire cosa è giusto e cosa non lo è; non si esita a ricorrere alla violenza quando si rende necessario; si definisce immediatamente il posto che ognuno ha nella società... Il tutto è sviluppato nei 14 capitoli e parallelamente negli esergo (parola imparata ora e che non vedevo l’ora di usare ) all’inizio di ognuno. Il linguaggio pure è spesso militare, non esageratamente specialistico, ma non avendo dimestichezza con gradi e tattiche di campo, devo dire d’aver faticato a leggere alcuni passaggi. Ad ogni modo, consiglio vivamente questa lettura e, a seguire, l’ascolto del commento regista-sceneggiatore al film.
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