E' morto Juan Antonio Samaranch

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Morto a Barcellona a 89 anni. Fu per oltre vent’anni potente presidente del CIO

Lo chiamavano il “Signore degli anelli”. A 89 anni, è morto Juan Antono Samaranch, per un ventennio a capo del Cio. Un presidente olimpico potente e discusso. Ex franchista, seppe diventare un abile tessitore di trame politiche. Con lui, il CIO è diventata una macchina da soldi mostruosa rappresentando più paesi addirittura dell’Onu (205 contro i 192 del Palazzo di Vetro). Un sistema che ha fatto arricchire molti, trascinando il movimento olimpico nel lusso e talvolta nello sfarzo. Fino ad arrivare ad eccessi tutt’altro che imprevedibili come lo scandalo di Salt Lake City, con tangenti e prestazioni sessuali in cambio di voti e dell’assegnazione dei Giochi.
Il CIO espulse i membri corrotti, Samaranch reagì scusandosi di fronte al mondo. Anche allora salvò la sua poltrona fino alla scadenza nel 2001, quando gli subentrò Jacques Rogge. Il sigillo di Juan Antonio Samaranch sul CIO rimarrà probabilmente incancellabile. I suoi 21 anni di presidenza sono il periodo più lungo della storia dopo Pierre de Coubertin. E forse non è un caso che il padre dei Giochi dell’era moderna fosse un barone, mentre Samaranch era marchese.
Nato il 17 luglio 1920 da una famiglia di industriali tessili, prima di entrare nel CIO aveva fatto il professore d’economia, l’industriale, il consigliere di istituti di credito. L’ultima sua battaglia risale ad un anno fa, quando si spese per cercare di riportare i Giochi in Spagna nel 2016, ma il Comitato olimpico aveva già voltato le spalle al vecchio presidente, scegliendo Rio de Janeiro.

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