Ryan Reynolds, José Luis García Pérez, Robert Paterson, Stephen Tobolowsky, Samantha Mathis, Ivana Miño, Warner Loughlin, Erik Palladino, Kali Rocha, Chris William Martin, Cade Dundish, Mary Songbird, Kirk Baily, Anne Lockhart, Robert Clotworthy

Paul si ritrova rinchiuso in una cassa di legno a 3 metri sotto terra e con in tasca un cellulare, una matita e un accendino. Grazie a questi 3 elementi, deve capire come è finito in quella cassa, per quale motivo e come fare a guidare i soccorritori fino a lui per poterlo liberare.

Il plot è accattivante, ma lo svolgimento è davvero troppo pieno di banalità e ridicolaggini. Tanto per cominciare non c'è alcun mistero da scoprire, si sa subito chi è l'autore del seppellimento e perché. Poi la presunzione di girare il film in stile teatrale, con praticamente un monologo all'interno di una bara (anche se in realtà si tratta di una serie di colloqui telefonici), presto stanca e assuefa al senso di claustrofobia. Il messaggio anticapital-militarista traspare in modo veramente maldestro, col nostro protagonista che dall'altro capo del telefono trova solo persone ottuse o ciniche fino all'assurdo. Per non parlare dello Zippo perennemente acceso che avrebbe dovuto lasciarci il film senza protagonista dopo 10 minuti per asfissia... ci sarebbe altro ma mi fermo qua per non rivelare troppo agli sventurati che si accingono a vederlo.