Inviato: Dom 29 Mar, 2009 10.08 Oggetto:
Ti amerò sempre Subject description: Il y a longtemps que je t'aime (FRA | DEU 2008) di Philippe Claudel -- 0 voti
Ti amerò sempre (Il y a longtemps que je t'aime) FRA | DEU 2008
Il y a longtemps que je t'aime è il titolo di una canzone che Juliette e la sorella Léa, molto più giovane di lei, un tempo erano solite suonare e cantare insieme al pianoforte. Facevano anche altre cose insieme: Juliette accudiva costantemente la piccola Léa. Ma quest’ultima al momento non se lo ricorda chiaramente. Il ricordo della sorella maggiore è annebbiato. Da un certo punto in poi, infatti, Juliette è sparita, portandosi appresso il fardello di una tragedia mai condivisa con alcuno. Oggi, però, Juliette esce di prigione dopo esservi rimasta per quindici anni, ritrova la sorella e deve iniziare a ritrovare anche se stessa. A riscoprire la vita.
Mi è piaciuto molto il modo in cui s’è fatto evolvere il personaggio Juliette nel procedere del film. A tratti le problematiche che fanno da sfondo sono affrontate troppo verbalmente. Frequenti i riferimenti a libri, commenti a tele e c’è anche spazio per un motteggio nei confronti di Rohmer (che tra l’altro è di Nancy, città dove si svolgono per lo più i fatti e sita in Lorena, di dove è originario lo stesso Philippe Claudel). Però l’uso della figura della sempre stupenda Scott Thomas (l’ho già detto troppe volte che per me è divina, vero?) l’ho trovato ben congegnato. Tanti i primi piani e figure totali di una Juliette ancora chiusa in se stessa all’inizio della pellicola. Fuma, parla poco, chiede e si esprime coi soli occhi. E quando decide di aprire bocca, ne escono parole agghiaccianti per l’interlocutore di turno. Pian piano le inquadrature si allargano e alla fine tornano a stringersi, le ultime riprese ritraendo solo le due sorelle, immortalate alternativamente l’una di fronte e l’altra di profilo, nello stesso quadro, in primo piano. Tutto ciò personalmente m’ha fatto tornare in mente Bergman. Può essere, no? Un film di donne, sulle donne che cita Bergman: quale miglior modo di far quadrare i conti? Consigliatissimo.
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