Inviato: Mer 06 Ago, 2008 7.37 Oggetto:
South Pacific Subject description: South Pacific (USA 1958) di Joshua Logan -- 0 voti
South Pacific (South Pacific) USA 1958
Regia: Joshua Logan
Con:
Mitzi Gaynor, John Kerr, Rossano Brazzi, Ray Walston, Juanita Hall, France Nuyen
Durante la Seconda Guerra Mondiale, in una base della Marina Statunitense nel sud del Pacifico nascono due storie sentimentali parallele. Una tra l’infermiera Nellie Forbush e il piantatore francese Emile de Becque, l’altra tra il tenente Cable e la polinesiana Liat. Il destino fa incrociare le loro storie, anche perché la Marina desidera usare la dimestichezza di de Becque nello spostarsi tra quelle isole per aiutare una rischiosa missione affidata a Cable.
Ieri mi ritrovo tra le mani il bel cofanetto Rodger&Hammerstein e mi accorgo di sapere quasi nulla di questi film. Lo stesso Hammerstein l’aveva definito il miglior musical di Broadway che si fosse mai visto e allora la decisione è presa: serata con South Pacific. Gli elementi c’erano tutti. La storia sentimentale, anzi due. Il personaggio frizzante ed ironico, anzi due. Il bello e la bella, anzi… quattro. L’ambientazione storica è una delle più care agli statunitensi degli anni '50 e il tema della integrazione razziale e del superamento dei preconcetti pure lasciavano ben sperare. Il tutto in un musical che... be’ se non li sanno fare loro! E invece ho stentato a tenere gli occhi aperti. Due ore e mezza interminabili di diaframmi rossi e blu, primi piani incorniciati da effetti flou, inquadrature che indugiano sui coloratissimi fondali, tutto per far rallentare una storia che poi fa fatica a decollare e che secondo me, nonostante la lunghezza della pellicola, neanche è ben sviluppata. Ovviamente è come sempre un parere personale, ma trovo che il musical sia un genere davvero difficile. Non solo bisogna tentare come in qualunque altro film di creare un intreccio (narrativo e di strumenti cinematografici) che scorra liscio, ma bisogna farlo usando canzoni, che per loro natura tendono a isolarsi dal racconto. Anche le parti cantate devono contribuire alla fluidità (eventualmente con coreografie altrettanto ben integrate) e far diventare veicolo di senso anche quelle. Ripeto, trovo sia cosa molto difficile e che qui, per me, non s’è riuscito a fare a pieno, tentando qua e là di risollevare le sorti del film con le canzoni che in precedenza avevano reso celebre il lavoro teatrale. L’unico momento che mi son goduto è stato lo spettacolino organizzato dalla Forbush; i personaggi Luther Billis e Bloody Mary m’hanno fatto sorridere in un paio di sequenze.
Inviato: Gio 07 Ago, 2008 22.38 Oggetto:
Re: South Pacific Subject description: South Pacific (USA 1958) di Joshua Logan -- 0 voti
EggShen ha scritto:
Ovviamente è come sempre un parere personale, ma trovo che il musical sia un genere davvero difficile. Non solo bisogna tentare come in qualunque altro film di creare un intreccio (narrativo e di strumenti cinematografici) che scorra liscio, ma bisogna farlo usando canzoni, che per loro natura tendono a isolarsi dal racconto
Queste cose venivano bene ai musical targati MGM fino alla fine degli anni 50 (che io adoro), vedi singing in the rain, il mago di OZ, un americano a Parigi ecc..
Coreografie, canzoni e sceneggiatura si amalgamavano alla stra grande non stancando.
Se mi parli di Gene Kelly, difficile trovare qualcosa che stia alla pari coi musical che lo vedevano protagonista.
Ad ogni modo, quanto ho scritto sopra andrebbe almeno un po' sviluppato. In realtà, infatti, di musical ce ne sono di diversi tipi e tu hai fatto bene a citare la MGM. É il rischio che si corre quando si vuole parlare in generale di un "genere": si finisce per non fare dei distinguo che sarebbero necessari già in una trattazione iniziale. Per cui i Singin' In The Rain e Un Americano a Parigi costituiscono un mondo (meraviglioso) a parte e che focalizzavano l'attenzione sullo spettacolo e l'arte. Benché di progenie diversa, trovo che su questo filone si possa porre Sette spose per sette fratelli, altro film che trovo brillante, dinamico, diretto, come (parere personalissimo) mi piace che sia un musical. Diverso è il caso di un Mago di Oz, caso isolato con una Garland, che insieme al grande Rooney aveva già iniziato un atro filone di film musicali, di un'altra tipologia ancora e che - ahimé! - il mercato italiano dell'hv ha fino ad ora praticamente ignorato. Poi ci sono casi ancora diversi e mi vengono in mente Can-can o i più "specializzati" film di Esther Williams. Nella maggior parte dei casi si trattava di commedie canore, questi Rodger&Hammerstein avevano un tono drammatico, costituendo quindi l'ennesima realtà musical e con risultati secondo me molti distanti: Il re ed io è un film che vedo molto volentieri, ma questo South Pacific... Sarebbe bello approfondire l'origine di questi film. Broadway si può dire abbia fatto nascere questo tipo di lavori, poi Hollywood li ha adottati. Nel passaggio, ciò che è rimasto è per me la capacità degli interpreti di fare lo spettacolo. Questa è caratteristica unica nel cinema. Quando siamo di fronte a un/una grande regista, gli attori contano quanto lui/lei li vuol far contare. Questo vale anche in molti musical, ovviamente, ma in alcuni classici si chiedeva agli interpreti di avere un bagaglio tecnico ben al di sopra della media. E molti di questi, infatti, finivano per partecipare alla regia e certamente alla coreografia. Dico ciò perché tornando al South Pacific e ai Rodger&Hammerstein in generale - altrimenti finisco per andare "fuori tema" - questa cosa è vera solo in parte. Mitzi Gaynor e le sue qualità canore e di ballerina rimangono - come dire? - appese lì a fare da ingrediente piacevole, quasi da intermezzo. E accanto a lei si piazza un Rossano Brazzi che a tratti trovavo quasi ridicolo, sempre fuori dallo schermo. Facciamo un parallelo con Il re ed io. Anche lì c'è una coppia ed anche lì il dinamismo è affidato alla "lei" della situazione, il "lui" fa da centro di gravità. Anzi tanto senso (ed un pizzico di ironia) del film è proprio basato sul gioco di questi ruoli, che poi è uno degli elementi fondamentali sul quale baso la mia preferenza per questo musical: la situazione descritta in parte resa visivamente dall'interazione tra i personaggi. South Pacific è una serie di cartoline.
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